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COME UNA ROCCIA

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Una madre che, nella sofferenza più grande, restituisce attraverso la preghiera ai figli e al mondo la luce della Croce, l’amore per gli altri, la certezza che la malattia è un’opportunità per rendere salda la fede. Pochi tratti per descrivere Santina Zucchinelli, scomparsa due anni fa a Bergamo e sepolta a Gerusalemme a pochi metri dalla quarta stazione della Via Crucis dove Gesù incontrò Maria, dove il loro sguardo pieno di amore si incrociò per l’ultima volta. Tante meraviglie in questa storia che si intreccia con la vita di mons. Luigi Ginami, figlio di Santina, anima della onlus che a lei ha dedicato. “Roccia del mio cuore è Dio”: è il motto dell’associazione, è quanto inciso sulla sua tomba ma è anche un aspetto della spiritualità di Santina, costretta a vivere 9 mesi in ospedale e a tornare a casa – afferma mons. Ginami – come “uno scarto”: un tema particolarmente caro a papa Francesco. E’ proprio in quel toccare il fondo, nel grado zero della vita che il Signore opera meraviglie. “La preghiera e la sofferenza – sottolinea mons. Ginami – mi hanno interpellato profondamente”. Nasce un primo libro, “Roccia del mio cuore è Dio”, e con il profitto  si finanziano borse di studio in cardioanestesia e cardiochirurgia degli Ospedali Riuniti di Bergamo; si formano futuri dottori che potranno rientrare nei Paesi stranieri di origine, come l’Uzbekistan. Con le successive pubblicazioni, si aiutano anche gli immigrati presenti in Italia. E’ un altro filo della vita di Santina che si intreccia con quella di Olinda, la signora  peruviana che con la sua presenza costante indica a mons. Ginami un nuovo ambito in cui la onlus potrà agire. Tanti i sostegni alle famiglie in difficoltà, al sostegno di donne straniere sole, a maggio prossimo sarà poi inaugurata una cucina per i poveri in una favela brasiliana. Una storia viva di solidarietà che porta anche al restauro del Palazzo dell’Esarcato di Gerusalemme e la possibilità per i sacerdoti di soggiornare in un piccolo appartamento nella Città Santa, tanto cara anche al cardinale Carlo Maria Martini, altra forte presenza nella vita di Santina e del figlio Luigi. La storia che vi abbiamo raccontato è stata dunque segnata dal “sorriso di luce” di Santina, donna di fede, di preghiera, donna di speranza che ha sempre saputo che Dio asciuga le lacrime e agisce nella debolezza. E “la carne di Cristo” che papa Francesco ogni giorno accoglie, abbraccia e ritrova nei malati e nei sofferenti.

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Associazione Amici di Santina Onlus -
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